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Intelligenza artificiale: 5mila applicazioni in un anno, il 28% per il business

Il censimento svelato dal Dipartimento di scienze aziendali dell’università di Bergamo nell’ambito del progetto di eccellenza 2023-2027 Transet. Il maggiore fermento nei settori del finance, legal, pianificazione aziendale e progettazione architettonica. In crescita le truffe in particolare legate al falso trading online: in Italia oscurate 473 risorse, usati anche video deepfake creati con l’AI a danno di Eni

 

Sono oltre 6mila le applicazioni basate su intelligenza artificiale censite dal portale futurepedia.io per il triennio 2021-2023. Di queste, ben 5.397 hanno debuttato nel 2023. I primi mesi del 2024, a fronte di una media di circa venti nuove applicazioni lanciate tra gennaio e febbraio, fanno sperare in un altro anno di forte crescita per il comparto AI.

A dirlo sono i docenti e ricercatori del Dipartimento di Scienze aziendali dell’Università degli studi di Bergamo nell’ambito del progetto di Eccellenza 2023-2027 Transet, presentato ieri in occasione dell’evento dal titolo: “L’impatto dell’Artificial Intelligence nelle transizioni tecnologiche, ecologiche e sociali per le aziende, la finanza e le organizzazioni. A che punto siamo?”

Una rivoluzione industriale, sociale e culturale

“Lo studio fotografa un mercato fortemente dinamico e accelerato”, ha commentato Giuseppe Pedeliento, ricercatore e professore associato di Management & Marketing presso il Dipartimento di Scienze aziendali. “La categoria che conta il maggior numero di iniziative è quella business (27,9%), nella quale vengono ricomprese applicazioni che spaziano dalla finanza, al legal, dalla pianificazione di business, alla progettazione architettonica, seguita dalla categoria text (24,1%), comprendente tutti i generatori di testi per le più svariate applicazioni dove troviamo anche ChatGpt di OpenAI, e dalla categoria image, che comprende il mondo delle applicazioni che trasformano prompt testuali in immagini o che rendono l’editing e la post-produzione delle immagini più semplice”.

Per chi, come i docenti del Dipartimento di Scienze aziendali, fa ricerca sul mondo delle organizzazioni, l’avvento dell’intelligenza artificiale rappresenta un’occasione unica. “Si prefigura l’opportunità di studiare da vicino una vera e propria rivoluzione non solo industriale, ma anche e soprattutto, sociale e culturale che promette di stravolgere il nostro modo di vivere, di imparare, di lavorare, di socializzare e di intrattenerci. Difficile pensare a un’area che nel futuro non sarà direttamente o indirettamente interessata da questa transizione tecnologica. Una transizione, quella provocata dall’avvento su larga scala dell’AI, che si annuncia persino più dirompente di quanto non sia avvenuto con l’avvento di Internet nei primi anni 2000”, ha spiegato Giovanna Zanotti, professoressa ordinaria di Economia degli intermediari finanziari e Direttore del Dipartimento di Scienze aziendali, premiato dal Ministero dell’Università e della Ricerca come dipartimento di eccellenza per la qualità della ricerca e delle attività che sviluppa per il quinquennio 2023-2027.

L’Università degli studi di Bergamo ha dedicato allo studio sull’intelligenza artificiale un tavolo di lavoro composto da un gruppo interdisciplinare di otto ricercatori e ricercatrici di tutti i dipartimenti dell’Ateneo con competenze in economia, informatica, pedagogia, ingegneria, fisica, cinema e sociologia. Coordinatrice scientifica del Tavolo di lavoro d’Ateneo è Maria Francesca Murru, professoressa associata del Dipartimento di Lettere, filosofia e comunicazione, che ha precisato: “Il nostro impegno si concentra su due obiettivi principali: facilitare la collaborazione tra le iniziative dei diversi dipartimenti sull’AI, consolidando il fervore proveniente dalla terza missione, della didattica e della ricerca; definire un’agenda di temi trasversali alle diverse discipline che consentano di individuare le caratteristiche fondamentali dell’intelligenza Artificiale, affrontando questioni come l’opacità strutturale, la ridefinizione del lavoro e delle competenze, lo sviluppo di nuovi modelli comunicativi uomo-macchina, lo sviluppo di sistemi di riconoscimento di contenuti generati dall’AI e l’interazione tra generatività delle macchine e creatività umana”.

Falso trading on line basato sull’AI: deepfake a danno di Eni

Ma l’intelligenza artificiale è, come tutte le tecnologie, un’arma a doppio taglio. Usata correttamente offre alle aziende grandi opportunità di sviluppo e miglioramento dell’efficienza. Indirizzata invece ad azioni criminali può comportare danni rilevanti per lavoratori, clienti e stakeholder delle imprese. Una delle declinazioni fraudolente dell’AI che va per la maggiore è quella del deepfake nel falso trading on line, tramite il quale le vittime vengono ingannate e indotte a versare i propri risparmi. Secondo la Polizia di Stato questa attività produce ogni anno un guadagno illecito nell’ordine dei milioni di euro.

Le autorità hanno identificato un gruppo di broker che pubblicizzava e promuoveva falsi investimenti finanziari attraverso piattaforme di trading on line, offerte a un pubblico indistinto. Gli utenti della rete venivano indotti a fare affidamento sulla serietà dell’investimento poiché i messaggi promozionali erano veicolati attraverso lo sfruttamento indebito del marchio di Eni e dell’immagine dell’amministratore delegato pro tempore. In molti casi venivano utilizzati dei video deepfake, che attraverso l’intelligenza artificiale, facevano credere il pieno coinvolgimento di Eni e dei suoi organismi di vertice nella pubblicizzazione delle offerte di investimento.

Per questo la polizia di Stato ha oscurato 473 risorse on line relativi a siti web, account e annunci pubblicitari su una nota piattaforma social. Grazie alla collaborazione con la funzione di Security di Eni e in seguito a un’attività di meticolosa ricerca sulle fonti web, coordinata dal Servizio della Polizia Postale delle Comunicazioni, per ognuna delle risorse è stato inibito l’accesso dal territorio nazionale.

Ulteriori accertamenti, svolti con il coordinamento della procura dell’ufficio del gip del Tribunale di Roma, hanno consentito di individuare alcuni soggetti coinvolti nella successiva fase di monetizzazione delle risorse illecitamente ottenute. Nei loro confronti , il personale del Centro Operativo di Sicurezza Cibernetica – Polizia Postale Lazio, sta eseguendo decreti di perquisizione e sequestro

Fonte: CORCOM