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Una intelligenza artificiale italiana: i Genius e Cineca lanciano “Modello Italia”

Un progetto nato dalla startup e il consorzio dei centri di ricerca italaini. Sarà disponibile al pubblico entro l’estate. Promette un Gpt libero dai pregiudizi culturali e con un’accuratezza del 100% nelle risposte. Una sfida ai colossi tecnologici americani e cinesi

Una ChatGpt italiana. Un’intelligenza artificiale generativa in grado di creare contenuti capaci di rispettare le prerogative della lingua e della cultura italiane e provare a posizionarsi come alternativa tricolore ai colossi americani e cinesi del settore. Si chiamerà “Modello Italia” ed è prodotta da iGenius, azienda italiana che dal 2016 si occupa di Ai generative. Entro l’estate ci sarà il lancio ufficiale. Si tratta di un progetto nato in collaborazione con Cineca, il consorzio fatto da 118 enti pubblici, compresi due ministeri e 70 università  italiane.

Come funzionerà Modello Italia, il Gpt di iGenius e Cineca

Una promessa, quella di iGenius e “Modello Italia”: portare sul mercato un prodotto sicuro, rispettoso dei dati e della privacy, capace di aiutare aziende e pubblica amministrazione a sfruttare i vantaggi dell’Ai generativa nei settori più delicati. Finanza, sanità, sicurezza nazionale. E farlo con un modello linguistico di grandi dimensioni interamente allenato su un dataset di lingua italiana. Che sia rigoroso nelle sue risposte del rispetto della lingua, della cultura, e della tradizione tricolore.

L’addestramento, ha spiegato Uljan Sharka, amministratore delegato di iGenius, è stato fatto su “trilioni di token” (i tasselli di discorso, di senso, che costituiscono la base delle risposte che dà un’Ai) “presi da testi italiani e fonti come Wikipedia”. Ma in grado di generare risposte in tutte le lingue. Modello uguale nelle dimensioni e nella struttura. Ma diverso nel dataset e nell’imprinting culturale rispetto a quanto fanno i modelli dei colossi come OpenAi, Anthropic o Google.

Un’Ai allenata su un dataset italiano, coerente con la lingua e la cultura

“L’Ai segna l’inizio di un nuovo mondo. Un nuovo ciclo delle economie mondiali. Non sarà una tecnologia che sfocerà in un inverno inesorabile, ma cambierà tutto nei prossimi anni”, ha aggiunto il manger. Un mercato che oggi vale circa 200 miliardi, ma che secondo le stime più ottimistiche potrebbe toccare i 4.000 miliardi entro il 2030.

“Oggi i modelli linguistici principali sono addestrati su lingua inglese. E quindi si portano dietro i bias (pregiudizi) culturali della lingua inglese. Quando raggiungeranno il grandissimo pubblico e saranno usati quotidianamente da miliardi di persone diffonderanno quei bias. E questo crediamo che possa creare un problema”, ha aggiunto. Non un tema secondario. È quello su cui molti si stanno interrogando in questi mesi. E non riguarda soltanto i ‘pregiudizi culturali’ del mondo di lingua inglese, ma anche quelli dei colossi tecnologici cinesi, che hanno già lanciato e inserito nei loro device i loro sistemi linguistici di grandi dimensioni.

Sicurezza e uomo al centro. La questione allucinazioni

Di qui il progetto di iGenius e Cineca, sviluppato grazie al supercomputer di Leonardo, gestito da Cineca, sesto più potente al mondo e secondo in Europa. Nato per fondare un modello basato sull’italianità dell’allenamento e sulla riduzione degli errori nelle risposte. Allucinazioni, come le chiamano gli esperti di Ai. “Un’azienda non può permettersi errori. Se alla macchina viene dato un comando vocale e la risposta è sbagliata, questo può costare milioni di euro. Per questo abbiamo lavorato alla sicurezza e all’accuratezza delle risposte”, ragiona Sharka.

In fase sperimentale si tratterebbe di un’accuratezza del 100%. Ma per vederla in opera e avere dati certi bisognerà attendere la sua pubblicazione. Oggi le Ai generative hanno una percentuale di errore tra il 5 e il 25%. Sam Altman, fondatore di OpenAi, ha definito le allucinazioni non un errore, ma una caratteristica delle Ai generative. “Non credo sia corretto. In America sono bravi nel marketing, e quella frase sembra strategia di marketing. Dire che sono una caratteristica è una risposta comoda, ma pericolosa. Loro sono il punto di riferimento dei modelli linguistici e gli fa gioco rispondere così. Io non sono d’accordo. Noi vogliamo che l’Ai non menta”, aggiunge. E quindi si può lavorare a un’Ai sicura e veritiera. Almeno nelle intenzioni di iGenius e Cineca.

La sfida di una via italiana all’Intelligenza artificiale

L’Italia non è stata finora troppo fortunata quando ha provato a trovare una via propria a quello che hanno fatto i colossi tecnologici americani. Tra i progetti mai nati, o falliti poco dopo, c’è finora la Netflix italiana, la Google italiana, la LinkedIn italiana. Solo per citarne alcuni. La speranza – dell’azienda, dei centri di ricerca – è che con l’Ai si possa scrivere una storia diversa. L’Italia in questo settore ha le sue eccellenze. In ambito universitario e imprenditoriale. E l’Ai più che un prodotto in sé, è qualcosa capace di innescare altri meccanismi. Altre produzioni. Per questo iGenius tiene a precisare il ruolo cruciale che potrebbe ricoprire la sua Ai per le aziende. Promettendo tutela della privacy, accuratezza nelle risposte, e sicurezza nella condivisione di dati con terze parti.

Un modello. Modello Italia. Che tiene conto dei principi dell’Ai Act europeo – la legge che regola l’intelligenza artificiale nel Vecchio continente – e che “tenga l’uomo al centro, non la macchina”. L’Italia può vantare un’infrastruttura pubblica di supercalcolo tra le migliori al mondo e, grazie a questa, oggi una startup italiana entra nell’arena internazionale dei modelli di linguaggio, con una soluzione completamente aperta, affidabile e pienamente conforme ai principi nazionali ed europei”, ha commentato Francesco Ubertini, presidente di Cineca.

“Il Modello Italia costituirà uno straordinario fattore abilitante per imprese e pubblica amministrazione nell’accelerare l’innovazione digitale”, aggiunge. Un fattore abilitante. Una macchina che mette in moto altre macchine. Aziende. Istituzioni. Persone curiose di sperimentare lo strumento e creare applicativi. In grado di aprire una via nazionale all’intelligenza artificiale. Se sarà in grado di tenere testa ai colossi internazionali, anche nel mercato italiano, è presto per dirlo.

Fonte: Repubblica